mercoledì 5 marzo 2008
Il Marocco non acconsente al rapporto dell’ACDU a causa della sua parzialità
17/08/2007
Il Marocco non acconsente al tenore del rapporto dell'Alto Commissariato ai Diritti dell'Uomo, ACDU, sulla missione regionale al Regno, in Algeria e nei campi di Tindouf, a causa della sua parzialità e del suo passo apertamente compiacente al riguardo delle altre parti, segnatamente l'Algeria ed il "polisario", ha affermato il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione, Il Sig. Mohamed Benaissa.
In una lettera inviata alla Sig.ra Louise Arbour, Alto Commissario ai Diritti dell'uomo, il Sig Benaissa sottolinea che "il governo del Regno del Marocco non acconsente né al tenore, fondamentalmente parziale di questo rapporto né al suo passo apertamente compiacente al riguardo delle altre parti, né alle sue raccomandazioni fondamentalmente politiche ed in sfasamento totale con lo svolgimento di questa missione."
In questa lettera, il ministro indica che il Marocco ha preso conoscenza con un grande stupore del rapporto dell'Alto Commissariato ai Diritti dell'Uomo sulla missione regionale in Marocco, nei campi di Tinduf ed in Algeria.
"Sia per quanto riguarda la forma sia il contenuto, ha spiegato, questo rapporto pecca per la violazione dei termini di riferimento della missione, un passo manifestamente parziale, e per l'insuccesso probante del suo primo obiettivo di riunire dei dati pertinenti nel campo dei diritti dell'uomo nella regione."
Ha ricordato, in questo senso, la lettera dell’ACDU, ﴾5 ottobre 2005 ﴿, relativa al mandato della delegazione dell'Alto Commissariato che consiste in "effettuare una missione regionale che copre la Repubblica Algerina Democratica e Popolare, i campi di Tindouf, il Regno del Marocco ed il territorio del Sahara occidentale", e che aveva per obiettivo di consultare le autorità competenti e di riunire i dati pertinenti di natura tale da permettere loro di formulare delle raccomandazioni alle parti nel campo dei diritti dell'uomo.
Tuttavia, sostiene il ministro, il rapporto sorprende già a partire dal suo frontespizio che porta il titolo "Report of the UNHCR Mission to Western Sahara and the Refugee Camps in Tinduf", ciò che suggerisce, ha detto, una missione con due tappe, mentre doveva essere una missione eminentemente regionale con tre tappe, laboriosamente pattuite e concordate con le parti.
"Largamente asimmetrico, questo rapporto consacra la sua maggior parte al Sahara marocchino e si focalizza essenzialmente sul diritto all'autodeterminazione, occultando il godimento pieno ed intero dei diritti politici, economici, sociali e culturali", ha affermato il Sig. Benaissa, precisando che delle presunte violazioni citate nel rapporto come avvenute nel Sahara marocchino sono assolutamente erronee mentre nessuno sforzo di verifica è stato fatto in quanto alle affermazioni di violazioni commesse nei campi di Tindouf."
Al contrario, ha fatto notare, la situazione in questi campi è trattata con una concisione ed una leggerezza incomprensibili, accompagnate da un'insistenza in ogni paragrafo sull'autodeterminazione e l'indipendenza.
La confessione, ripetuta dell’indispensabilità di investigazioni supplementari sul godimento dei diritti dell'uomo nei campi di Tindouf è una constatazione di fallimento della missione che non è stata in grado di compiervi pienamente il suo mandato, sottolinea il ministro.
In quanto alla tappa di Algeri, oggetto di un solo paragrafo, egli prosegue, "ha beneficiato di una compiacenza flagrante, in totale contraddizione con le peripezie che l’hanno preceduta e senza tenere conto del vostro impegno personale, il 5 ottobre 2005, di discutere con le autorità algerine della loro responsabilità internazionale in quanto paese di asilo e delle accuse del Marocco a proposito delle torture e dei trattamenti disumani inflitti agli ex detenuti marocchini sul territorio algerino ".
Il rapporto, nota il ministro, soffre di una flagrante presa delle parti in favore delle tese separatiste accompagnate da una censura ingiusta imposta ai loro ex- compagni che sono tornati in Marocco ed alle vittime delle violazioni dei diritti dell'uomo nei campi, come riposano su dei postulati puramente politici che traducono e rinforzano la posizione delle altre parti.
Così, il rapporto adotta un atteggiamento parziale sulla natura della disputa presentando la RASD e le sue istituzioni mentre le Nazioni Unite non ne hanno mai fatto riferimento in nessuno dei loro documenti, perché ciò pregiudica i risultati della disputa, aggiunge il Sig. Benaissa.
L'ONU ha sempre menzionato e ha trattato col solo "Polisario" e rievoca un "territorio sotto il controllo del Polisario, mentre la missione della delegazione riguarda gli unici campi di Tindouf, aggiungendo che il rapporto "cita dei numeri erronei, forniti dal Polisario di 52 riconoscimenti della cosiddetta RASD mentre sono largamente ritirati o gelati."
Questo fiotto di notizie sulla "RASD", inadatto e senza relazione con l'obiettivo della missione, trasforma questo rapporto in un bollettino di propaganda delle tesi separatiste, egli sottolinea.
Ed il ministro ha rilevato che il primato dato sistematicamente al diritto all'autodeterminazione a scapito dei diritti politici, economici e sociali costituisce un precedente gravissimo, e conduce ad una condizione che le sette convenzioni internazionali citate nel rapporto si sono astenute di stabilire.
Il rapporto invia un'immagine scura e totalmente erronea della situazione al Sahara marocchino dove la popolazione gode pienamente dei diritti precitati, afferma il ministro, mentre il fatto di associare insistentemente l'autodeterminazione e l'indipendenza procede di una lettura restrittiva di questo principio ed anticipa la soluzione politica pattuita alla quale il Consiglio di Sicurezza invita nelle sue risoluzioni.
L’ostruzionismo e la sottrazione algerina
Trattandosi della situazione dei diritti dell'uomo, oggetto fondamentale della Missione, il rapporto adotta un passo interamente squilibrato, nota il ministro, sottolineando che le affermazioni del "Polisario" sono raramente messe in discussioni mentre il punto di vista marocchino è sistematicamente messo in dubbio.
Peggio ancora, la confessione di alcuni responsabili del "Polisario" sul fatto che alcuni diritti fondamentali è riportata senza commento e le testimonianze delle vittime delle violazioni dei diritti dell'uomo dal "Polisario" sono state puramente e semplicemente censurate, ha indicato, aggiungendo che i rapporti di ONG internazionali, particolarmente Amnesty International, France Liberté o US Refugees Committee sono stati semplicemente ignorati.
Allo stesso modo i temi trattati hanno fatto l’oggetto di una presentazione selettiva, afferma il Sig. Benaissa, spiegando che le domande relative al godimento dalla popolazione dei campi del diritto alla vita, alla libertà di espressione, di assembramento o di movimento o ad un processo equo è stato superficialmente trattato col "Polisario."
Il ministro ha sottolineato anche che le questioni relative alla partecipazione politica ed alla soddisfazione dei diritti economici, sociali e culturali al Sahara discusse a lungo coi responsabili, gli eletti, i notabili sahrawi e le ONG marocchine non sono state citate. I colloqui della missione coi responsabili del Consiglio Reale Consultivo per gli Affari del Sahara, ufficialmente ricevuti nelle grandi capitali mondiali, non sono stati stranamente riportati, aggiunge il ministro.
La missione regionale è mancata al suo obiettivo di riunire dei dati sulla situazione dei diritti dell'uomo in queste due tappe algerine, sottolinea il Sig. Benaissa.
Ha precisato che a Tindouf, la missione ha un gusto amaro di incompiutezza, aggiungendo che la ripetizione dell’indispensabilità di investigazioni supplementari non sdogana per niente la missione che non ha giustificato affatto ciò che si imparenta ad un rapporto sine die del compimento del suo mandato a Tindouf.
Ad Algeri, prosegue il ministro, la missione si è limitata a notare la dichiarazione di non responsabilità dell'Algeria e ha confermato un principio fondatore del Diritto Umano Internazionale, in occorrenza la sua responsabilità internazionale in quanto paese di asilo.
La tappa algerina, ricorda il Sig. Benaissa, non aveva per obiettivo il semplice ricordo di questa evidenza, ma di discutere con le autorità algerine dei rapporti delle ONG internazionali e delle testimonianze degli ex-detenuti marocchini sulle torture e trattamenti degradanti e disumani subiti sul territorio algerino e, talvolta, commessi da militari algerini.
Ha, a questo riguardo, notato che il black out riservato alla promemoria ufficialmente consegnato dal Ministero marocchino degli Affari Esteri e della cooperazione sorprende, o addirittura intriga.
Trattandosi delle raccomandazioni del rapporto, il ministro afferma che sono premature perché la missione resta incompiuta, e questo per aver fallito a Tindouf e dimissionata ad Algeri. Queste raccomandazioni, aggiunge, sono inopportune finché le investigazioni supplementari richieste per i campi di Tindouf non siano soddisfatte e finché l'Algeria persista a rigettare la sua responsabilità internazionale per le violazioni del Diritto Umano Internazionale commesse sul suo territorio.
Questo rapporto non rende giustizia alla cooperazione piena ed intera del Marocco con la missione, assicura il Sig. Benaissa, affermando che al contrario, ricompensa gli ostacoli e le evasioni algerine, tanto quanto l'opacità, le manovre ed il rifiuto di cooperare del Polisario.
"Per tutte queste ragioni, egli ha spiegato, il governo del Regno del Marocco non acconsente né al tenore, fondamentalmente parziale di questo rapporto né al suo passo apertamente compiacente al riguardo delle altre parti, né alle sue raccomandazioni fondamentalmente politiche ed in sfasamento totale con lo svolgimento di questa missione."
Il ministro invita l'Alto commissario ai Diritti dell'uomo a "prendere tutti i passi che giudicherebbe necessari per ristabilire questo rapporto nei suoi imperativi di imparzialità e di equilibrio affinché possa riflettere fedelmente l'evoluzione della situazione dei diritti dell'uomo sia nelle province del Sud del Regno sia a Tindouf ed in Algeria."
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
www.corcas.com
Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net
Il portale della cultura hassani:
www.sahara-culture.com
Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-developpement.com
Il portale dello sviluppo sociale nella regione del sahara occidentale:
www.sahara-social.com
Il portale delle città del sahara occidentale:
www.sahara-villes.com
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